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giovedì 20 ottobre 2011

RECENSIONE - Starcrossed (di Josephine Angelini)

Titolo: Starcrossed
Autore: Josephine Angelini
Editore: Giunti
Collana: Y
Data uscita: 7 settembre 2011
Pagine: 464
Helen Hamilton ha sempre saputo di non essere una normale adolescente. In lei c'è qualcosa di diverso, che la spaventa e la mette a disagio.
Se credeva che i dolori lancinanti alla pancia quando finiva sotto l'attenzione altrui e le doti fisiche sovrumane che la caratterizzano fossero i suoi più grossi problemi, si sbagliava di grosso. Con l'arrivo della famiglia Delos sull'isola, per Helen inizia una battaglia contro orribili incubi di notte e spaventose allucinazioni di giorno che le faranno dubitare della sua sanità mentale. Gli sforzi per mantenere la parvenza di normalità nella propria vita vanno in fumo quando nei corridoi della scuola incrocia lo sguardo di Lucas Delos. Lasciandosi sopraffare da un odio inspiegabile, attacca il ragazzo sotto gli occhi esterrefatti di tutto l'istituto.
Solo in seguito apprenderà che dietro a tanto astio si celano forze ben più potenti di quelle che poteva immaginare. Sia lei quanto i Delos, sono condannati ad interpretare ruoli assegnati loro alla nascita secondo un ciclo che si ripete da millenni.
La scoperta della verità imporrà a Helen di accettare che non tutte le leggende sono prive di fondamento e che forse gli Dei esistono veramente. Per vivere la sua storia d'amore dovrà andare contro a ogni tradizione e lottare contro il destino che le è stato imposto, anche se questo dovesse significare sfidare il volere divino.

Per il suo esordio Josephine Angelini ci propone una tragedia sentimentale che vede protagonisti due giovani esponenti di famiglie rivali, discendenti da altrettante Case di matrice (semi)divina.
La narrazione è arricchita di una massiccia dose di nozioni mitologiche. Ci si riferisce nello specifico all'Iliade di Omero e all'Orestea di Eschilo. Vengono riproposti personaggi leggendari, i loro drammi sono trasportati ai giorni nostri e collocati nella piccola isoletta di Nantucket, Stato del Massachusetts (per curiosità si veda la fine dell'articolo).
Sin dalle prime pagine si nota come l'autrice non ami soffermarsi sulle descrizioni fisiche e soprattutto caratteriali, lasciando che siano azioni e parole a fare questo lavoro. Un simile atteggiamento penalizza ovviamente i ruoli minori e marginali che si figurano nella mente del lettore per poche (se non una) qualità. La decisione va a beneficio dell'inserimento nel racconto di vari aneddoti mitologici su cui si basano le peripezie dei protagonisti e attraverso i quali si argomentano le loro scelte ed emozioni. Proprio per questo, sebbene Helen e Lucas godano di una considerevole presenza tra le righe della narrazione, non riescono a costruirsi un profilo abbastanza spesso da colpire il lettore risultando, piuttosto, semplici schiavi di passioni riecheggianti.
Potremmo dire che ritroviamo qui la motivazione per cui nessun personaggio risulta particolarmente sgradevole. Non essendoci caratteristiche dominanti proprie al personaggio vero (e non al ruolo interpretato) è difficile muovere coinvolgimenti particolari in chi affronta la lettura. Ciò non toglie tuttavia che in linea di massima è possibile creare un discreto profilo caratteriale dei soggetti.

La mitologia greca si piega alle necessità narrative della Angelini che attraverso Helen conduce il lettore alla riscoperta di alcune leggende raccontate secondo la tradizione, arricchite qua e là da dettagli che nascono puramente dalla sua penna.
L'autrice vuole raccontare gli amori tormentati dell'Iliade con occhio partecipe e attento. Vuole seguire il comportamento adottato dall'autore di un'altra opera da cui trae l'incipit per il proprio lavoro: Romeo e Giulietta di Shakespeare.





Una chiave di lettura importante è data dai nomi che vengono assegnati. Già da questi il lettore è in grado di indovinare a grandi linee il ruolo che ogni personaggio rivestirà nella narrazione, le sue caratteristiche e (forse) il suo destino.

Oltre a richiamare testi antichi e classici, Starcrossed ha chiare similitudini con alcuni romanzi contemporanei:
  • Per molti versi il personaggio di Helen Hamilton ricorda quello di Percy Jackson. Entrambi sanno di essere diversi dagli altri. Pur godendo di poteri straordinari devono nasconderli al mondo intero, fino a quando non scoprono il loro legame con qualche divinità mitologica (che spiega l'origine di quei poteri) e vengono chiamati ad usarli per proteggere qualcuno a loro caro (tutto questo, ovviamente, lontano da occhi indiscreti).
  • Se vogliamo soffermarci ad analizzare la famiglia Delos, noteremmo la somiglianza con la ormai famosa famiglia Cullen. Entrambe sono composte da soggetti che suscitano le chiacchiere locali. Due famiglie misteriose dai componenti affascinanti ed estremamente portati per qualsivoglia attività, che sia essa fisica o intellettuale. Per non parlare del fatto che i giovani Delos ricordano fortemente i fratelli Cullen.
  • Analizzando invece il personaggio di Lucas, il suo tormento interiore che contrappone da un lato il desiderio irrefrenabile di stare vicino a Helen e dall'altro la necessità di starle distante, ci sorprende (o forse no) la somiglianza con Edward e il conflitto interiore che lo attanagliava ogni volta che voleva avvicinarsi a Bella.
Le similitudini non avranno ripercussioni sulla qualità della lettura. Prescindendo dalle somiglianze ad opere contemporanee che a beneficio dell'autrice consideriamo pure casualità - frutto della malizia del lettore - , il romanzo in sé si presenta come un'opera gradevole e affascinante. Lo stile semplice nonostante la narrazione non sempre agevole, offre nel complesso una lettura piacevole e senza particolari intoppi con un continuum incalzante di azioni e scoperte che mantengono viva l'attenzione sino all'ultimo.
Grazie ad alcune confessioni esilaranti rilasciate dai personaggi, la scrittrice sfoggia il proprio sense of humor (aspetto che non guasta mai) strappando al lettore sonore risate.

E' un romanzo adatto a chi apprezza storie d'amore giovanili, travagliate, condite da molta magia e battaglie che non necessariamente vedono sopravvivere le parti coinvolte.
E' una lettura che ho apprezzato e che consiglio vivamente agli amanti del fantasy (romantico) adolescenziale.

Voto:

Josephine Angelini (Josie) nata ad Ashland una piccola città del Massachusetts, è la più giovane di otto fratelli, di cui sei sorelle e un solo fratello. Diplomatasi all'Accademia delle Belle Arti presso la New York University, ha cercato il sfondare nel campo della poesia senza ottenere molti successi. Attualmente vive a Los Angeles col marito dove intraprende la sua carriera di scrittrice di romanzi YA.

Una curiosità sul suo nome: credendo dovesse nascere un bambino, i signori Angelini avevano deciso di chiamare il futuro nascituro "Joseph". Tuttavia il fatto che il nuovo pargoletto fosse una bambina poteva essere ragione sufficiente per buttare via un nome che in sé non aveva nulla di sbagliato? La madre della neonata ovviamente pensava che non bastasse, per cui decise di aggiungere semplicemente il suffisso "-ine" al nome già deciso da tempo.

Nantucket Island [Google maps]
Massachussets - In rosso l'isola
di Nantucket [Wikipedia]
Il pezzetto rosso è il Massachussets
Curiosità geografiche:
L'isola di Nantucket (prima figura in alto) è uno straccetto di terra scelto dall'autrice da un lato per la sua appartenenza allo Stato del Massachussets (seconda figura) da cui ha origine l'autrice stessa, dall'altro per questioni di trama: doveva isolare la sua protagonista in mezzo all'acqua, in più nei libri successivi alcuni elementi caratterizzanti del posto avranno un ruolo particolare nella narrazione (J.A., 2011).
Dal momento che sono una completa ignorante in geografia ho cercato anche la collocazione del Massachussets negli Stati Uniti XD (terza figura).

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